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NZEB – Edifici a energia quasi zero: dal 1° gennaio 2016 in Lombardia

16/11/2015

NZEB – Edifici a energia quasi zero: dal 1° gennaio 2016 in Lombardia

La diffusione di edifici efficienti e passivi conosciuti come Nzeb, rappresenta la sensibile attenzione per sostenibilità, ambiente e risparmio energetico che sta conquistando il settore edilizia in tutti gli Stati dell’Unione Europea. Ma cosa rappresentano i Nearly Zero Energy Buildingsedifici a energia quasi zero?

Cosa si intende per edifici a energia quasi zero

La direttiva 2010/31/UE, art. 9, indica con la sigla Nzeb tutti gli edifici ad altissima prestazione energetica, capaci di ridurre al minimo i consumi legati alla climatizzazione interna dell’ambiente (sistemi di riscaldamento e raffrescamento), ventilazione, illuminazione e produzione di acqua calda sanitaria.

Come è possibile per questi edifici consumare meno energia? Grazie all’utilizzo di fonti rinnovabili o elementi passivi di riscaldamento, raffrescamento e ombreggiatura, che garantiscono all’ambiente qualità dell’aria interna e illuminazione naturale, rispettando l’architettura dell’edificio.

Tuttavia è ancora difficile chiarire definitivamente cosa sono i nuovi Nzeb, poiché ogni Paese membro UE, definisce i propri requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici.
Ciò dipende dalle esigenze del proprio territorio e in ottica del raggiungimento del “livello ottimale di costo” durante il ciclo di vita economico dell’edificio stesso.

Il quadro europeo completo è visualizzabile, solo in lingua inglese, nel factsheet pubblicato dal Building performance Institute Europe.

Edifici a energia quasi zero in Italia

La trasformazione dell’intero comparto edilizio prevista dalla direttiva 2010/31/UE impone a tutti gli stati membri dell’UE di fissare i requisiti minimi di prestazione energetica per edifici esistenti e di nuova costruzione, garantendone la certificazione energetica e disciplinando i controlli sugli impianti.

Il 24 maggio 2013 ha segnato una svolta per il settore edilizia anche in Italia e il 4 giugno 2013 il Consiglio dei Ministri ha licenziato la nuova normativa Dl. 63/2013 in materia di prestazioni energetiche (modificando la precedente d.lgs. 192/2005).
Il nostro Paese ha così intrapreso il percorso verso edifici moderni e sostenibili Nzeb: entro il 2021 l’intero patrimonio immobile sarà costituito da edifici a energia quasi zero.

Le novità previste dalla trasformazione del patrimonio edile in Nzeb

Il Dl 63/2013 ha contribuito all’evoluzione dell’Attestato di Certificazione Energetica (ACE) degli edifici in Attestato di Prestazione Energetica (APE), redatto da professionisti qualificati e obbligatorio in caso di nuova costruzione, vendita o locazione e per tutti gli immobili della Pubblica Amministrazione.  L’APE costituisce il più chiaro riferimento in materia di miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici.

La fine del 2014 ha segnato il termine di redazione del Piano d’azione nazionale che prevede gli obiettivi intermedi di miglioramento della prestazione energetica degli edifici di nuova costruzione, entro l’anno in corso, grazie anche alla definizione delle misure finanziarie utili alla trasformazione del patrimonio edile nazionale in edifici a energia quasi zero.

Il 31 dicembre 2018 segnerà la data ultima entro la quale tutte le strutture pubbliche (scuole comprese) dovranno diventare edifici a energia quasi zero, ovvero costruiti seguendo canoni all’avanguardia.
In ambito privato sarà invece il 1° gennaio 2021 la data a partire dalla quale, tutte le nuove costruzioni dovranno essere realizzate seguendo i criteri degli edifici Nearly Zero Energy Buildings .

Edifici a energia quasi zero, primi in Lombardia

Vale la pena ricordare come la Regione Lombardia abbia da poco previsto una consistente riduzione dei tempi di attuazione della direttiva 2010/31/UE che renderà gli edifici a energia quasi zero un prerogativa dal 1° gennaio 2016 sia per il pubblico che nel privato.

Nzeb: le prossime sfide…

I nuovi edifici a energia quasi zero aiuteranno il Paese a incentivare recupero e conservazione del patrimonio esistente, senza che venga urbanizzato altro suolo, in virtù di uno sviluppo sempre più sostenibile del settore edilizia.

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